lunedì 25 gennaio 2016

OLOCAUSTO SOVIETICO


  
Estate 1941. Prigionieri di guerra sovietici in un campo di prigionia
a cielo aperto, in cui venivano stipati fino a 100.000 uomini.
Oltre allo sterminio di 6 milioni di ebrei da parte dei Nazisti, c’è un altro olocausto ben più grande e spaventoso, di cui nessuno parla: quello del popolo Sovietico. Nel corso della seconda guerra mondiale, secondo le ultime stime, morirono tra i 27 e i 30 milioni di sovietici. Per fare un esempio è come se venisse cancellata, in un sol colpo, quasi metà della popolazione italiana.

Solo tra il 1941 e il 1942, nel giro di otto mesi, l’esercito Tedesco invasore uccise deliberatamente per fame, freddo ed esecuzioni sommarie, da 2.53 a 3.3 milioni di prigionieri di guerra e cittadini sovietici. Questo autentico genocidio, volutamente nascosto ed ignorato dai paesi occidentali, rappresenta il più grande sterminio di massa della storia umana, concentrato nello spazio di poco tempo.

Le forze Naziste invasero l'Unione Sovietica il 22 giugno 1941, nella più massiccia e criminale operazione militare che il mondo abbia mai visto. L’Operazione Barbarossa di Hitler puntava al rovesciamento del primo stato operaio e contadino nella storia dell’umanità, per imporre un sistema brutale di schiavitù e sfruttamento coloniale delle popolazioni sovietiche.

  
Per ordine di Hitler, i Commissari
Politici dell'Armata Rossa catturati, 
dovevano essere subito fucilati.
Prima dell’arrivo del terribile inverno russo milioni di prigionieri di guerra sovietici morirono, ammassati all’aperto dietro  filo spinato, per esposizione alle intemperie o massacrati in massa dalla Wehrmacht. Centinaia di migliaia vennero deportati in Germania e Polonia per poi essere sterminati.

Ai giovani Sovietici caduti nelle mani dei Nazisti venero riservati i peggiori trattamenti che la storia conosca. Come slavi erano considerati subumani (“Untermenschen”) dai Tedeschi. Per  i Nazisti le leggi di guerra non dovevano essere applicate ai prigionieri di guerra Sovietici.

Oltre a questo, nelle zone occupate, vennero considerati prigionieri di guerra non solo quelli che svolgevano servizio militare, ma tutti gli uomini da 15 a 65  anni, che pertanto subirono lo stesso trattamento e rinchiusi nei campi di prigionia.

Le condizioni nei campi di prigionia erano atroci. Non c’erano baracche o protezioni, i Campi erano solo recinti da filo spinato. I prigionieri giacevano sotto il sole, nel fango autunnale o con temperature che raggiungevano i 30 gradi sotto zero. I loro visi erano scheletrici e gli occhi terribilmente infossati. A centinaia morivano tutti i giorni e venivano buttati in immense fosse comuni.

Lo sterminio di massa per fame era stato programmato in anticipo dai comandi dell’esercito Nazista. Si ricorse anche allo sterminio di massa tramite i lavori forzati, che provocò la morte anche di centinaia di migliaia di donne Sovietiche. Molti prigionieri vennero fucilati o impiccati, molti morirono nei campi di concentramento ed usati come cavie per esperimenti scientifici.


  
Soldati tedeschi, tutti muniti di macchina fotografica, scattano
foto "ricordo" dell''impiccagione di alcuni partigiani sovietici.
Impiccagione in massa di cittadini sovietici. Sullo
sfondo la popolazione civile e i soldati tedeschi.


















Tutto questo è stato deliberatamente tenuto nascosto dagli americani in funzione antisovietica. Emblematico è il caso di Reinhard Gehlen, generale tedesco e criminale di guerra a capo del servizio segreto nazista sul fronte orientale. Fu uno dei pianificatori dell’invasione dell’URSS, complice del genocidio dei sovietici e dello sterminio degli ebrei, di cui conosceva i dettagli.

In previsione di una sconfitta della Germania, aveva fatto microfilmare tutti i documenti, messi in fusti a tenuta stagna e poi seppelliti in più punti nelle Alpi austriache; in aggiunta aveva fatto sotterrare cinquanta casse di archivi nelle montagne dell'Alta Baviera.

Consegnatosi agli americani, fu protetto e portato negli Stati Uniti a cui consegnò tutto l’archivio, fonte inesauribile di informazioni vitali per la sicurezza dell’URSS, frutto delle razzie tedesche e ricchissimo di materiale sul genocidio dei sovietici, che gli USA tennero sempre nascosto e questo spiega perché così poco si conosce su questo sterminio.

Gehlen collaborò attivamente con la CIA ed in seguito divenne capo della rete di spionaggio della Germania Ovest. Molti uomini delle SS e criminali di guerra furono da lui reclutati e coperti dagli USA e dalla RDT, sfuggendo così a qualsiasi condanna.

ATEISMO ANTIRELIGIOSO